Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
Roma, 19 gennaio – Dal Ministro, oggi in audizione, giungono notizie sui dati del contagio fra il personale della scuola e gli alunni a dir poco fumosi e opachi. Dati che comunque, se confermati, sono meno rassicuranti di quanto appaiono: il 6,6% in dad e il 13,1% in ddi per singoli studenti significa che complessivamente ci sono 64.368 classi in modalità a distanza o mista pari al 19% del totale.
Alla FLC Cgil, che ha già inviato una richiesta di convocazione con all’ordine del giorno la comunicazione dei dati sul contagio da COVID 19, non rimane che diffidare il Ministro per inadempienza contrattuale. Nella nostra richiesta infatti abbiamo rammentato all’Amministrazione che in forza del Protocollo sulla sicurezza, che è scaturito da un confronto sindacale, che è un preciso istituto contrattuale, il sindacato ha il diritto, a tutela del personale, di ricevere i dati del monitoraggio effettuato dall’Amministrazione.
Peraltro, i dati forniti dal Ministro in queste ore – precisiamo, in sede non sindacale – sono generici e poco trasparenti (percentuali di presenti al lavoro e allo studio e di contagiati), quando trasparenza vorrebbe che si sapesse quante sono le classi in presenza totale, quante quelle in dad, quante quelle con didattica mista, quanti i lavoratori assenti per ogni scuola, quanti sono i supplenti nominati, quante le classi e le scuole costrette a ridurre l’orario per mancanza di docenti…
Che l’opacità di questi dati sia un fatto evidente è testimoniato dal fatto che persino gli Uffici Scolastici Regionali pare siano all’oscuro del loro dato regionale: le scuole comunicano la situazione direttamente al Ministero e quest’ultimo non li mette a disposizione dei singoli USR, che in questo modo non possono nemmeno aprire un confronto situazione per situazione, attivando i tavoli previsti dai protocolli regionali.
Ma la comunicazione dei dati non è un optional, è un obbligo del Ministero che si chiama “informativa” e che deve avvenire in un confronto specifico col sindacato.
E ciò tanto più quando dalle scuole ci vengono forniti dati allarmanti e quando sappiamo che ogni mattina – visto che spesso le comunicazioni ASL sui contagi vengono inviati di notte agli istituti scolastici – occorre ristrutturare l’orario, chiamare supplenti, gestire classi scoperte e così via.
Dalle difficoltà del momento, contro l’avversario comune che è il contagio, si esce con la condivisione, con il confronto, con la trasparenza e non con la comunicazione unilaterale priva di interlocuzione con i rappresentanti dei lavoratori.