Con la nota 662 del 12 Marzo 2021, il Ministero dell’Istruzione ha fornito chiarimenti in merito alle attività didattiche in presenza per gli alunni con disabilità e, in generale, con Bisogni Educativi Speciali (BES), prevedendo che le istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola.
Sul tema la FLC CGIL ha immediatamente inviato al Direttore Generale per lo Studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico una richiesta di chiarimenti e incontro urgente, segnalando in particolare che:
- l’autorizzazione alla frequenza di alunni “non certificati” nelle cosiddette zone rosse costituisce un atto non espressamente previsto dal DPCM del 2 marzo né dai precedenti provvedimenti e comporta margini di discrezionalità che, in assenza di norme di riferimento e quindi di specifici protocolli sanitari adeguati alla situazione di allarme, ricadono impropriamente sulla responsabilità dei dirigenti scolastici;
- in base a quanto stabilito per le zone rosse dall’ultimo DPCM, che sospende l’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, la frequenza di alunni “non certificati” sarebbe affidata, in assenza di precise disposizioni, alla volontarietà delle famiglie, a cui si attribuisce la responsabilità di scegliere se partecipare o meno e quindi la fattibilità dei progetti di inclusione.