Si è tenuto ieri il tavolo di confronto per la firma dell’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) concernente le modalità e i criteri dell’erogare le prestazioni lavorative nella modalità a distanza, fino al perdurare dello stato di emergenza. Dei sei sindacati rappresentativi, due hanno già sottoscritto l’ipotesi di contratto, tre hanno deciso di consultare i propri organismi nazionali mentre la UIL SCUOLA, tramite un comunicato diramato nella serata di ieri, ha espresso la sua totale contrarietà.
Nel comunicato si legge che la UIL non vuole concorrere al disfacimento dei diritti che una nota mascherata da articolo contrattuale introduce nelle scuole. Per il sindacato si tratta, infatti, di un contratto che non dà risposte ai problemi dei lavoratori. Di seguito i principali punti di criticità evidenziati dal sindacato:
- Per i precari non si prevedono facilitazioni per i costi di connessione e l’acquisto di dispositivi informatici.
- I docenti, nella didattica a distanza mantengono gli stessi identici orari della normale attività d’insegnamento senza le pause previste per i lavoratori che svolgono lavoro al videoterminale con possibili conseguenze alla salute.
- L’utilizzo di numerose piattaforme informatiche che espone i docenti al rischio della violazione della privacy.
- L’accordo non affronta il tema dei lavoratori fragili, ostinatamente ignorati
- I quarantenati, che seppur non contagiati, vivono condizioni personale e familiari psicologicamente pesanti, che non vengono affatto considerate.
Secondo la UIL, la nuova situazione che stiamo vivendo necessita di regole nuove da definire nel quadro di relazioni sindacali ispirate alla disponibilità, finora mancata su tutte le materie calde.
La UIL dice quindi no a trattative strozzate, sottratte alla consultazione dei lavoratori dopo che per mesi gli appelli all’urgenza del confronto, sulla DAD e tanto altro, sono rimasti lettera morta.