domenica, Febbraio 9, 2025
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FLC CGIL – Esiti delle immissioni in ruolo dei docenti 2019/20: oltre 30 mila cattedre non assegnate

Confermato il trend negativo dei posti non assegnati durante le nomine in ruolo.

Secondo i dati forniti dal MIUR, quest’anno a fronte di un contingente pari a 53.627 posti, sono state effettuate 21.236 assunzioni, pari all’incirca al 40% delle disponibilità.

Il contingente, tra l’altro, era già stato ridotto dal Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) di 5 mila unità rispetto ai posti effettivamente disponibili, ragion per cui quelle cattedre si andranno a sommare a quelle che dovranno andare a supplenza.

RegioneAccantonamenti su Provincia

(DM 631)

DDG 85/2018

(docenti che hanno superato 3 anno FIT 2018/19)

Contingente

2019/20

(già decurtato di 5000 unità dal MEF)

Nomine acquisite a SIDI
ABRUZZO6813965742
BASILICATA11856426338
CALABRIA286771.0851.078
CAMPANIA3202142.9042.582
EMILIA ROMAGNA5193325.0283.041
FRIULI VENEZIA GIULIA66731.337744
LAZIO502344.6242.625
LIGURIA2232301.7451.002
LOMBARDIA1.6392.99811.4407.048
MARCHE118341.358899
MOLISE5522192172
PIEMONTE2171.4484.6502.715
PUGLIA3501432.1061.731
SARDEGNA661601.828898
SICILIA2041422.1371.530
TOSCANA2203265.4443.069
UMBRIA606746542
VENETO6114405.6122.870
TOTALE5.6426.74853.62733.626

Fonte MIUR

Ai posti non attribuiti durante le nomine in ruolo bisogna sommare ulteriori 48 mila posti in deroga su sostegno e altri 12 mila posti di organico di fatto (entrambi autorizzati in aggiunta al cosiddetto organico di diritto), che andranno a supplenza con incarichi al 30 giugno. Infine i 10 mila posti dei pensionamenti di Quota-100, le cui pratiche sono state gestite tardivamente dall’INPS per cui i posti non sono rientrati nel contingente delle immissioni in ruolo.

Posti del contingente non assegnatiposti non autorizzati dal MEFDeroghe su sostegnoOrganico di fattoPensionamenti rimasti fuori dal contingenteTotale
supplenze al 31 agosto32.3915.0009.998107.467

supple30 giugno

48.078

12.000

Le nostre riflessioni, le nostre proposte

Attraverso questi dati possiamo toccare la miopia del sistema di reclutamento, a cui manca davvero una visione d’insieme complessiva e programmatica.

In questo quadro l’avvio del decreto sui precari è il primo passo da compiere: un segnale da dare alla scuola.

Accanto alla procedura straordinaria va avviato il concorso ordinario, per dare risposte ai laureati e a coloro che non rientrano nei requisiti del concorso straordinario. Vi sono poi alcune criticità del nuovo sistema di reclutamento a regime, che andrebbero superate. Ad esempio i 24 CFU: pensati per dare una preparazione iniziale nel campo pedagogico/didattico, sono diventati lo strumento di un grande giro di affari che poco o nulla ha apportato in termini di formazione. Manca poi, nell’ambito del concorso ordinario, una solida formazione didattica per coloro che entreranno in ruolo, e questo è senza dubbio un passo indietro rispetto alla professionalità docente.

Non bisogna dimenticarsi dei docenti del concorso 2016 e 2018 che hanno pochi sbocchi nelle regioni in cui sono collocati in graduatoria, che potrebbero essere assunti fuori regione, rimuovendo il blocco di 5 anni su scuola che è una misura iniqua e un’invasione nel campo contrattuale della mobilità.

Va inoltre al più presto avviato un confronto con il MIUR, che ponga al centro alcune questioni rilevanti:

  • il tema delle MAD, che stanno mettendo in seria difficoltà il funzionamento delle segreterie
  • la definizione di contingenti adeguati per i corsi di laurea in Scienze della formazione primaria
  • l’emergenza relativa al sostegno, in termini di cattedre scoperte e risposte da dare a specializzati e specializzandi che vorrebbero lavorare nella scuola stabilmente, vista la carenza che c’è in questo settore. Bisogna avviare, come nel 2013 un grande piano di stabilizzazione dei posti di sostegno, e individuare misure per assumere con procedure semplificate i docenti specializzati.

Nei prossimi giorni ritorneremo su questi argomenti con approfondimenti specifici.

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