Sta facendo discutere in queste settimane la possibile riforma del reclutamento per l’accesso alla professione docente. Si tratta di una delle riforme da varare connesse al PNRR.
ABILITAZIONE ALL’INSEGNAMENTO
La riforma prevederebbe che per conseguire l’abilitazione all’insegnamento basterà conseguire, nell’ambito del proprio percorso di laurea 60 CFU complessivi di cui almeno 24 relativi a un tirocinio da svolgersi presso le scuole. La laurea conseguita in questo modo avrà quindi valore abilitante. Questo percorso sarebbe quindi opzionale, per coloro che sono interessati alla professione docente.
CONCORSO
La selezione per l’immissione in ruolo avverrà con successivo concorso con un test a risposta multipla. Coloro che rientreranno nei posti messi a bando saranno immessi in ruolo e svolgeranno l’anno di prova con valutazione finale e conferma in ruolo.
FASE TRANSITORIA
Sarebbe ancora da decidere il contenuto della fase transitoria per chi è attualmente precario. In particolare bisognerà tenere conto del fatto che molti docenti hanno già diversi anni di esperienza a scuola e hanno già conseguito i 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie didattiche. Tra le ipotesi trapelate vi è quella di un esonero dallo svolgimento del tirocinio.
IL DOCUMENTO DEL CUN (CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE)
Intanto il CUN (Il Consiglio Universitario Nazionale), organo consultivo del Ministero, nella seduta del 18 Novembre, prendendo atto del dibattito di nuovo in corso sulla formazione all’insegnamento, ha emanato una raccomandazione.
Il CUN ricorda il bilancio non felice di esperienze pregresse gestite con l’inserimento o della formazione all’insegnamento fra la laurea magistrale e la selezione per l’accesso al ruolo.
Inoltre, nel documento si afferma che:
è assoluta la necessità di assicurare la formazione disciplinare non alterando il complessivo assetto dell’intero ciclo di formazione magistrale: solo dopo il conseguimento della laurea magistrale la formazione sulle conoscenze e sulle competenze si dirà compiuta, con solidità tale da consentire di assumere un ruolo centrale nella didattica delle singole materie”.
Suscita dunque gravi preoccupazioni ogni progetto che preveda un’acquisizione di CFU per la formazione all’insegnamento prima della selezione per l’accesso al ruolo: ne deriverebbe un risultato negativo per la formazione disciplinare, con dilatazione dei tempi e con discriminazione sociale, per l’inevitabile aggravio sull’economia delle famiglie.
Alla luce di ciò, il CUN raccomanda:
- di collocare la formazione all’insegnamento nelle scuole secondarie dopo la selezione per l’accesso al ruolo, durante l’anno di “formazione e prova” e in contemporanea con il tirocinio
- di stabilire un positivo rapporto nella formazione all’insegnamento fra le scienze dell’educazione e la didattica disciplinare
- di definire contenuti diversi per la formazione all’insegnamento rispettando le peculiari esigenze della didattica nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
Il CUN chiede inoltre di partecipare con propri delegati alle fasi di elaborazione e di attuazione della normativa sulla formazione all’insegnamento.