Al via da lunedì “Il Ministro risponde”, nuova videorubrica web nella quale la giornalista Maria Latella intervisterà il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sui principali temi del mondo della scuola.
Tra gli argomenti affrontati nella prima puntata, la figura del docente tutor, la lotta all’abbandono scolastico, il potenziamento delle materie Stem e la “Grande alleanza per la scuola”.
Di seguito le risposte del Ministero Valditara.
Che cosa sono in pratica tutor?
Si tratta della prima applicazione della rivoluzione del merito. Noi per merito intendiamo dare a ogni ragazzo la possibilità di realizzare i propri talenti. Il tutor sarà un docente particolarmente formato in materie psico-pedagogiche. A tal riguardo abbiamo appena aperte le iscrizioni per i docenti di scuola superiore per la partecipazione a un corso di formazione che si concluderà a fine maggio.
Il tutor avrà la straordinaria opportunità, insieme con gli altri docenti, di personalizzare la formazione dei ragazzi cioè di individuare un piano personalizzato per ciascuno studente e nello stesso tempo favorire il recupero dei ragazzi che sono più indietro nella preparazione o per quei ragazzi che in classe si annoiano perché sono molto avanti.
L’idea è quella di troverare delle soluzioni formative che siano modellate sui talenti di ciascuno e valorizzino le abilità di ciascuno.
Quanto costerà un piano personalizzato?
Noi abbiamo stanziato 150 milioni di euro che rappresentano solo una prima tranche. Partiamo con gli ultimi tre anni delle scuole secondarie di secondo grado. Poi a regime partiremo dalla prima classe della scuola secondaria di primo grado.
Ogni tutor potrà arrivare a guadagnare oltre 4700 euro annui per l’attività curriculare. Per l’attività extracurriculare (da svolgersi in orari pomeridiani) sono stati stimati circa 3000 euro ulteriori.
Questo significa anche coinvolgere gli altri docenti delle materie curriculari che dovranno partecipare e anche per loro ci saranno delle risorse. In questo modo veniamo incontro alle esigenze di quei ragazzi che altrimenti rischierebbero di rimanere sulla strada nel pomeriggio perché i genitori lavorano o perché i genitori non hanno la possibilità di pagare docenti di supporto. Quindi è una grande sfida: vuol dire che al pomeriggio questi ragazzi avranno la possibilità di approfondire, di studiare, con degli insegnanti che saranno appositamente pagati sotto il coordinamento dei tutor e d’intesa con i docenti curriculari della classe.
L’inserimento di tali insegnanti dovrebbe progressivamente ridurre l’abbandono scolastico?
Questo è indubbio e rappresenta una prima tappa importante perché vuol dire che ogni ragazzo avrà un suo piano personalizzato. Non ci saranno più ragazzi che rischiano di rimanere indietro rispetto agli altri compagni o addirittura di abbandonare il percorso scolastico. Far emergere i talenti e le predisposizioni di ogni ragazzo e le metterle in relazione con le esigenze del territorio cioè con le possibilità lavorative del territorio (compito che sarà affidato al docente orientatore), significa consentire alle famiglie e agli stessi ragazzi di fare delle scelte opportune, adeguate alle potenzialità di ciascuno.
Lo stanziamento delle risorse
Vorrei aggiungere un aspetto che riguarda le risorse. Abbiamo stanziato 600 milioni per il potenziamento delle materie scientifiche (matematica, fisica, chimica, ecc). Ci saranno 300 milioni di euro specificatamente destinati per pagare questi docenti che al pomeriggio assisteranno questi ragazzi.
Abbiamo stanziato ulteriori 1,2 miliardi aggiuntivi per la lotta alla dispersione scolastica. Il messaggio che rivolgo alle famiglie è quello di fidarsi dello Stato, del Ministero che vuole promuovere questa grande alleanza. Crediamo fermamente che la scuola sia il pilastro fondamentale della nostra società. Chiediamo questa grande alleanza: docenti, dirigenti scolastici, studenti, famiglie, parti sociali, ministero. Tutti insieme per i nostri ragazzi.