SCUOLA: ANQUAP, l’autonomia scolastica è ferma da 20 anni, occorrono risposte dalla politica per gli oltre 200.000 dipendenti scolastici. Presidente Germani “Siamo al quarto ministro in quattro anni, l’instabilità uccide la scuola”.
Si lavori insieme a partire dalla creazione di spazi per il confronto con la politica e le Istituzioni, puntando sul capitale umano della scuola a partire dal reclutamento
Ne hanno parlato a Roma, nella Sala Accademia, presso Palazzo Soderini, tra gli altri, Giorgio Germani, Presidente Anquap, Laura Scalfi, Responsabile Scuola Azione, Licia Cianfriglia, Staff Presidente nazionale Anp.
Roma, 9 maggio 2022 – È come un mantra che si ripete e, ormai, non più solo all’inizio dell’anno scolastico. La scuola italiana si confronta costantemente con le tante difficoltà che vedono in prima linea i dirigenti scolastici e i direttori dei servizi generali e amministrativi. Un esercito di oltre 200.000 persone di cui 8.000 direttori, 46.000 assistenti amministrativi, 18.000 assistenti tecnici e 130.000 collaboratori scolastici.
E questo succede anche in settimane difficilissime, come quelle in cui si sta affrontando la delicata accoglienza dei bambini e dei ragazzi ucraini. L’ondata di solidarietà non alleggerisce, semmai aggrava, la sofferenza in cui versa la scuola italiana: mancanza di DSGA, di assistenti amministrativi e personale sottodimensionato o di nuova nomina, ma anche di autonomia scolastica. Eccessivo inoltre il decentramento amministrativo, anche perché gravato da troppe procedure meramente formali.
L’Anquap si confronta per mettere in atto una serie di proposte e di iniziative che possano porre rimedio ai tanti nodi da sciogliere. Il personale scolastico si è trovato a gestire una sempre maggiore quantità di protocolli e oneri, sgravando dei compiti originari le istituzioni statuali preposte a supportare la funzione della scuola e scaricando sulle segreterie scolastiche incalcolabili incombenze. Con la legge 59/1997, l’autonomia scolastica, motore trainante della scuola italiana, doveva essere la modalità innovativa primaria per migliorare la scuola, ma a 20 anni di distanza si sono rilevati sì punti di forza, ma anche gravi punti di debolezza e di ostacoli che ne hanno impedito la piena attuazione.
È ripercorrendo la lunga strada verso l’autonomia che Giorgio Germani, Presidente Anquap, ha dichiarato come sia stato sempre più difficile negli anni creare un confronto costruttivo con il Ministero dell’Istruzione: “Nella legislatura in corso abbiamo cambiato quattro Ministri. Il tema è che non si può governare e condurre un sistema complesso come l’Istruzione con questi continui cambiamenti. Chi conosce la scuola sa quanto questa sia fondamentale. I problemi che la riguardano sono molto concreti: mancano DGSA e occorre rendere la scuola attrattiva, reclutando il personale per titoli ed esami. Abbiamo qualche occasione a portata di mano con il Decreto Legge 36 – Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), all’esame del Senato della repubblica, nonché con il rinnovo del CCNL, non ancora ultimato nonostante i 40 mesi di ritardo. Nell’atto di indirizzo che consentirà l’apertura delle trattative vi è un passaggio importante sull’ordinamento professionale del personale ATA e sull’esigenza di una specifica valorizzazione dei direttori SG. La vera valorizzazione potrà avvenire solo dall’istituzione dell’area delle elevate professionalità, come previsto dal DL 80/2021 e dall’atto di indirizzo madre del Ministro Brunetta per tutte le amministrazioni pubbliche.”
Tra gli interventi quello di Laura Scalfi, Responsabile Scuola Azione, che ha sottolineato: “Sono state poste tante questioni sull’autonomia scolastica, ma la realtà dei fatti è che questa è stata tradita. Non ci può essere autonomia senza in primis autonomia organizzativa e finanziaria. Non dobbiamo lasciare i dirigenti scolastici e i direttori dei servizi generali e amministrativi a combattere con le armi spuntate. Al confronto dobbiamo andare consapevoli di essere disposti a lasciare qualcosa sul tavolo, ad esempio facendoci valutare. La valutazione è l’unico modo per avviarsi al cambiamento. Se vogliamo fare un patto forte per l’autonomia dobbiamo partire dalla valutazione, perché autonomia significa anche responsabilità. Significa autonomia assunzionale delle figure di supporto, del middle management a supporto del Dirigente, che non può essere lasciato solo. Noi siamo disponibili a cedere un po’ del nostro potere perché l’autonomia possa avere effettivamente “le gambe” – ha poi continuato, “Bisogna cambiare il sistema di reclutamento del personale, attraverso un sistema non centralizzato e rendendo attrattive tutte le professioni della scuola. Obbligatoria la formazione seria e concreta in servizio anche per i precari”.
Intervenendo Licia Cianfriglia, Staff Presidente nazionale Anp e vice presidente CIDA, ha dichiarato “Ottima la ricostruzione della complessità del sistema dell’Istruzione fatta dal Presidente Germani. Quello che diciamo da tempo come ANP e anche come CIDA è che è necessario un forte investimento sul capitale umano della scuola, fuggendo dalle sterili retoriche e realizzando azioni concrete. Il PNRR si pone l’obiettivo di investire sui giovani e sulle donne per rilanciare il Paese: i Dirigenti scolastici e i direttori sono in percentuale maggioritaria donne, non per un fatto di equità ma, purtroppo, per lo scarso rilievo sociale delle professioni della scuola, e questa tendenza va invertita. Non è più tempo di sprecare energie e risorse. Noi volgiamo vigilare e contribuire con le nostre idee di innovazione. Ci vuole il coraggio di puntare su una selezione di qualità, sulla formazione continua e sulla valorizzazione per carriera delle professioni della scuola”.