Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso, nella seduta svoltasi ieri, 4 giugno, il richiesto parere sullo schema di decreto inerente la “Procedura assunzionale per chiamata di cui all’articolo 1, commi da 17 a 17-septies, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159”, la cosiddetta “chiamata veloce“. Tale parere è obbligatorio anche se non vincolante.
Il CSPI valuta condivisibile la finalità del provvedimento, in quanto intende porre rimedio alla situazione che si riscontra ogni anno con il numero dei posti docenti autorizzati per le immissioni in ruolo che vengono ricoperti solo in parte, con la conseguenza di lasciare posti vuoti in organico e nello stesso tempo non consentendo al personale precario di ottenere la stabilizzazione attesa.
Il DM in oggetto interviene nella giusta direzione prevedendo, una volta esperito l’ordinario e annuale iter di immissioni in ruolo, una procedura di “chiamata” aggiuntiva per coprire i posti rimasti vacanti, rivolta al personale già inserito nelle graduatorie utili per le immissioni in ruolo ma in altra Provincia o Regione.
Tuttavia:
- Il CSPI teme che il vincolo quinquennale di permanenza sulla sede scelta (prescrizione prevista dalla L. 159/2019) possa vanificare l’efficacia della procedura in esame. Si ritiene utile che detta prescrizione sia attenuata attraverso una disposizione legislativa, resa necessaria dalla straordinaria fase di pandemia.
- Sottolinea come sia improprio la definizione “per chiamata” della procedura assunzionale in oggetto, enunciazione che non risulta utilizzata dal legislatore; se ne propone, pertanto, l’eliminazione in ogni parte del testo del decreto, sostituendola con l’esatta dizione presente nella legge: “immissione in ruolo in territori diversi da quelli di pertinenza delle graduatorie di appartenenza”.
- Sottolinea come il provvedimento appaia carente circa i criteri di graduazione di coloro che, a parità di punteggio e inseriti nella medesima graduatoria, insistono nella stessa provincia.