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“Oggi insegna chi può permetterselo”: manifesto per un sistema di reclutamento più equo. Appello a tutte le forze politiche, scuole e sindacati.

Oggi insegna chi può permetterselo”. È questa l’amara constatazione che emerge dal coro di voci di docenti e aspiranti tali, alle prese con un sistema di formazione iniziale e reclutamento sempre più farraginoso e iniquo.

Diversi insegnanti molto attivi sui sociali, come laprofspettinata, formazione_insegnanti, Una_prof_in_sostegno, educ_.ale, hanno scritto un manifesto per cambiare l’attuale sistema che, “anziché valorizzare il merito e la passione per l’insegnamento, sembra premiare solo chi ha le risorse economiche e la pazienza di affrontare un vero e proprio percorso a ostacoli”.

Negli ultimi anni, la strada per diventare insegnante si è trasformata in un dedalo di percorsi abilitanti, corsi universitari, 24 CFU, concorsi e graduatorie, con continui cambi di rotta e una frammentazione che genera confusione e frustrazione. Il risultato, secondo gli insegnanti firmatari il Manifesto, è un sistema che non solo non garantisce la qualità della formazione iniziale, ma crea anche profonde disparità tra gli aspiranti docenti, penalizzando chi non ha la possibilità di sostenere costi elevati o di dedicarsi a tempo pieno alla formazione.

Per i docenti, il Decreto Scuola, da poco diventato legge, anziché offrire soluzioni concrete ai problemi cronici della scuola italiana, come la mancanza di docenti di sostegno e la continuità didattica, ha introdotto ulteriori elementi di criticità. Il corso di formazione in sanatoria per i docenti di sostegno, ad esempio, rischia di creare un doppio standard formativo, screditando la professionalità di chi ha seguito percorsi più impegnativi e vanificando gli sforzi economici sostenuti.

Allo stesso modo, la proposta di affidare alle famiglie la scelta del docente di sostegno rappresenta un pericoloso precedente, che rischia di minare l’autonomia della scuola e di alimentare una visione discriminatoria dell’inclusione.

Per uscire da questa situazione di stallo e costruire un sistema educativo più giusto ed efficace, è necessario un cambio di passo deciso.

Il Manifesto, frutto dell’esperienza diretta di chi vive quotidianamente la scuola e l’università, propone una serie di soluzioni concrete e condivise, finalizzate a garantire un percorso di formazione e reclutamento equo, sostenibile e di qualità.

Tra le proposte principali:

  • Aggiornamento delle Indicazioni Nazionali: meno peso al nazionalismo, maggiore attenzione all’interculturalità e alla diversità.
  • Riforma del sistema di reclutamento: concorsi regolari, accesso con riserva per specializzandi e abilitandi, riconoscimento dei titoli e dell’esperienza lavorativa.
  • Revisione dei percorsi abilitanti: riduzione dei costi, maggiore flessibilità nella frequenza, valorizzazione dell’esperienza lavorativa.
  • Riforma della formazione sul sostegno: allineamento dei costi e delle modalità di erogazione ai percorsi abilitanti, aumento dei posti disponibili nei corsi universitari.
  • No ai percorsi transitori in sanatoria: per garantire la qualità della formazione e la parità di trattamento tra gli aspiranti docenti.
  • No alla scelta del docente di sostegno da parte delle famiglie: per tutelare l’autonomia della scuola e garantire il diritto all’inclusione.

Il Manifesto è un appello a tutte le forze politiche, alle istituzioni scolastiche, ai sindacati e a tutti coloro che hanno a cuore il futuro della scuola italiana. Appello che ci sentiamo di sottoscrivere in pieno.

“È il momento di superare le divisioni e di lavorare insieme per costruire un sistema educativo che valorizzi il merito, la professionalità e la passione per l’insegnamento. Solo così potremo garantire un futuro di qualità alle nuove generazioni”, sostengono con forza gli insegnanti.

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