Posti banditi e partecipanti concorso 2023 sostegno
Con una tabella frutto dell’elaborazione dell’Ufficio Sindacale della CISL Scuola, vengono rei noti, per ciascuna regione, i posti messi a bando e i relativi partecipanti. Si tratta dell’elaborazione dei dati forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Questi dati evidenziano una situazione bipolare tra nord e sud e diversificata anche in funzione del grado\ordine di scuola:
- In generale il rapporto candidati\posti messi a bando è decisamente migliore nella scuola primaria e dell’infanzia mentre peggiora per la secondaria di I grado e soprattutto per la secondaria di II grado.
- In Lombardia, per la scuola dell’infanzia a fronte di 440 posti messi a bando sono solo 84 candidati.
- Sempre in Lombardia, per la scuola primaria il dato è ancor più clamoroso: 171 aspiranti per 4.111 posti.
- In Piemonte per la scuola dell’Infanzia, 39 candidature a fronte di 232 posti mentre per la scuola primaria 48 domande a fronte di 1.357 posti.
- Sempre il Lombardia, nella secondaria di I grado, anche se tutti i candidati – che sono 530 – vincessero il concorso, rimarrebbero scoperti i due terzi dei posti a disposizione, che sono 2019.
- Sulla stessa lunghezza d’onda, con scarti più o meno consistenti tra domanda e offerta, viaggiano Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana per la primaria. Anche nel Lazio i candidati per la scuola primaria sono 824 a fronte di 518 posti.
- In Liguria, per la secondaria di I grado, risultano 16 concorrenti per 191 posti.
La situazione è diametralmente opposta nelle regioni del sud:
- In Sicilia per la secondaria di I grado 3.357 candidati per 50 posti, in Campania 2116 candidati per 74 posti, in Calabria 1.020 candidati per 7 posti e in Puglia 1.511 domande per 36 posti.
- Per la secondaria di II grado:
- In Sicilia 5.538 domande per 31 posti
- In Campania 4.971 domande per 38 posti
- In Puglia 3.039 domande per 51 posti
Anche per la primaria non va molto bene nelle regioni del sud:
- In Sicilia 3.357 candidati per 51 posti
- In Campania 3.484 candidati per 60 posti
- In Calabria 761 candidati per 21 posti
- in Puglia 1.259 candidati per 70 posti
SQUILIBRI E INCONGRUENZE
La situazione sopra illustrata mette in evidenza l’esistenza di un un forte squilibrio fra le varie regioni. Le cause di tale fenomeno sono complesse e molteplici ma è necessario trovare una soluzione per invertirne il trend.
Manca il fondamentale raccordo fra il fabbisogno reale di insegnanti specializzati e l’offerta formativa degli atenei, questione di cui ci siamo occupati varie volte (vedi questo articolo).
Nell’ultimo triennio sono stati banditi, specie per la scuola secondaria di I e II grado, enormi quantità di posti in aree già sature di personale specializzato. Mentre fino a qualche anno fa, il conseguimento del titolo di sostegno rappresentava garanzia di lavoro in pressoché tutte le province, adesso in molte province del sud Italia molti docenti specializzati (specie nella secondaria di II grado) sono costretti a rimanere a casa (perdipiù non potendo, in base alla normativa vigente, inviare MAD in altra provincia).
Al contrario in altre regioni dove è forte il fabbisogno di insegnanti di sostegno, l’offerta formativa è limitatissima proprio là dove si registra il più alto fabbisogno di personale.
LA TRASFORMAZIONE DEI POSTI IN DEROGA IN ORGANICO DI DIRITTO
Un altro aspetto da considerare è quello relativo all’esistenza di tantissimi posti in deroga (organico di fatto) che rappresentano una quota significativa del totale dei posti disponibili.
Tali posti, in quanto posti non “stabili”, non possono essere utilizzati per la mobilità e per le nuove assunzioni ma vengono utilizzati per le operazioni di assegnazione provvisoria e, per la parte residuale, per gli incarichi di supplenza.
La Legge di Bilancio 2021 ha previsto l’incremento dell’organico di sostegno per 25.000 nuove unità, così suddivise:
- 5.000 per l’anno scolastico 2021\2022
- 11.000 per l’anno scolastico 2022\2023
- 9.000 per l’anno scolastico 2023\2024
Si tratta di un passo in avanti ma, come mostrano i dati ancora insufficiente. Occorre aumentare in modo significativo il numero dei posti in organico di diritto.
IL VINCOLO TRIENNALE
Altro problema da affrontare a nostro avviso è la questione del vincolo triennale per i docenti neoimmessi in ruolo, proprio in questi giorni oggetto di una possibile deroga che rinvierebbe la decorrenza per l’ennesima volta all’anno successivo (posticipando di fatto di anno in anno il problema).
Ebbene, ci chiediamo che senso abbia inserire un vincolo e derogarlo di anno in anno? Sarebbe molto più utile eliminarlo in toto dando così certezze a chiunque intenda partecipare ai concorsi e alle varie procedure di nomina. Infatti, lo scarso numero di domande che si registrano nelle regioni del centro-nord sono proprio frutto della paura di rimanere vincolati in quelle regioni. É evidente infatti che la gran parte dei docenti specializzati provengono dal centro sud e l’esistenza del vincolo costituisce un deterrente alla presentazione della domanda nelle regioni in cui vi è invece fabbisogno.