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Recovery Fund: bozza aggiornata al 12 gennaio, ecco le riforme previste per istruzione e ricerca

È stata diffusa la nuova bozza del “Piano nazionale di Ripresa e resilienza” (PNRR), aggiornata al 12 gennaio 2021, messa a punto dal Governo per l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund. Un capitolo molto importante, a cui sono destinati 28,49 miliardi di euro, è quello relativo al comparto istruzione e ricerca. L’approvazione dovrebbe avvenire questa sera in Consiglio dei Ministri.

Il PNRR si articola in 6 Missioni, che a loro volta raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. 

Le sei Missioni del PNRR rappresentano aree “tematiche” strutturali di intervento:

1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;

2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;

3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile;

4. Istruzione e ricerca;

5. Inclusione e coesione;

6. Salute.

Per ogni Missione sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione, collegate all’attuazione di una o più Componenti.

ISTRUZIONE E RICERCA

Questa missione si concretizza in 2 linee di azione (componenti) per quanto riguarda gli investimenti: 

  • Potenziamento della didattica e diritto allo studio 
  • Dalla ricerca all’impresa

Queste due linee di azione saranno accompagnate da una serie di riforme volte a rimuovere i possibili ostacoli alla efficiente attuazione delle varie iniziative di investimento e a rafforzarne la ricaduta attesa sul diffuso ampliamento delle competenze, sull’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo da parte del settore pubblico e di quello privato, sul fluido e tempestivo trasferimento dei risultati della ricerca di base al mondo produttivo.

Tra le riforme indicate vi sono:

  • Riforma del sistema di reclutamento dei docenti. La riforma integra le procedure concorsuali con una modalità innovativa di un anno di formazione e di prova, superata la quale si intende effettivamente vinto il concorso per docente. Tale percorso consente di selezionare i nuovi docenti non solo in base al livello di conoscenza, ma anche in riferimento alle metodologie didattiche acquisite e alle capacità di relazionarsi con la comunità educante.
  • Scuola di alta formazione (Università – Indire) e Formazione in servizio obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale ATA. Introduzione di moduli di formazione continua di dirigenti, docenti e personale ATA (life-long learning), con sistema di crediti e obbligatorietà della frequenza. La riforma introduce una sistema di formazione di qualità per tutto il personale della scuola (dirigenti, docenti e personale ATA) correlato con il sistema di sviluppo professionale continuo e di carriera; la norma introduce altresì l’obbligatorietà della formazione in servizio e istituisce una scuola di alta formazione dedicata a tutto il personale scolastico. La riforma confluisce nell’investimento Didattica digitale integrata e formazione continua del personale scolastico
  • STEM e competenze digitali nei gradi di istruzione. La riforma consiste nell’integrazione, nelle discipline curriculari, di attività, metodologie e contenuti correlati a sviluppare e rafforzare le competenze STEM e di digitalizzazione e innovazione, in tutti i gradi d’istruzione, a partire dall’ infanzia e primaria alla secondaria di I e II grado, in ottica di piena interdisciplinarità, avendo cura di garantire pari opportunità di accesso alle carriere scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.
  • Riforma del sistema di istruzione terziaria professionalizzante ITS. La riforma rafforza il sistema degli ITS attraverso l’estensione del modello organizzativo e didattico in altri contesti formativi (potenziamento dell’offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti – Impresa 4.0), il posizionamento degli ITS nel sistema ordinamentale dell’Istruzione Terziaria Professionalizzante e il riequilibrio qualità della connessione con il tessuto imprenditoriale nei territori.
  • Riforma degli istituti tecnici e professionali. La riforma mira a adeguare i programmi di formazione degli istituti tecnici e professionali alle esigenze del mondo della produzione e della situazione socio-economica dei singoli territori. In particolare, essa orienta gli Istituti tecnici e Istituti professionali verso l’innovazione prodotta dal piano industria 4.0 oltre che alla profonda innovazione digitale in atto in tutti i settori del mercato del lavoro.
  • Riforma del sistema di Orientamento. L’intervento normativo introduce moduli di orientamento – non inferiori a 30 ore annue – nelle scuole secondarie di secondo grado e in riferimento alle classi iv e v., al fine di incentivare l’innalzamento dei livelli di istruzione. Inoltre, intende realizzare una piattaforma digitale di orientamento relativa alla offerta formativa terziaria universitaria e ITS facilmente accessibile da parte dei giovani.
  • Lauree abilitanti. La riforma prevede la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di stato, con ciò rendendo semplificando e velocizzando l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati
  • Classi di laurea. La riforma prevede l’aggiornamento della disciplina per la costruzione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea. L’obiettivo consiste in una rimozione dei vincoli nella definizione dei crediti formativi da assegnare ai diversi ambiti disciplinari, in modo da consentire la costruzione di ordinamenti didattici che consentano il rafforzamento di competenze multidisciplinari, sulle tecnologie digitali ed in campo ambientale oltre alla costruzione di softskills. La riforma inoltre amplierà le classi di laurea professionalizzanti.
  • Riforma dei Dottorati. La riforma prevede l’aggiornamento della disciplina dei dottorati, semplificando le procedure per il coinvolgimento di imprese, centri di ricerca nei percorsi di dottorato, per rafforzare le misure dedicate alla costruzione di percorsi di dottorato non finalizzati alla carriera accademica • Innovazione del quadro normativo legato all’edilizia universitaria, all’offerta di residenze per studenti e all’erogazione di borse di studio.

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