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La Commissione Europea sollecita l’ITALIA a prevenire l’abuso dei contratti a tempo determinato e ad evitare le condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico.

La Commissione Europea sollecita l’ITALIA a prevenire l’abuso dei contratti a tempo determinato e ad evitare le condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico. Questa è una delle decisioni assunte dalla Commissione europea nella seduta del 25 luglio 2019.

La Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia, paese in cui i lavoratori del settore pubblico non sono tutelati contro l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato e la discriminazione come previsto dalle norme dell’UE (direttiva 1999/70/CE del Consiglio).

Le norme dell’UE prevedono che i lavoratori a tempo determinato non godano di condizioni di lavoro meno favorevoli di quelle dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili, a meno che ciò non sia giustificato da ragioni oggettive. Attualmente la legislazione italiana esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori del settore pubblico (ad esempio insegnanti, personale sanitario, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e personale volontario dei vigili del fuoco nazionali).

Inoltre, l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità. La Commissione invita le autorità italiane a conformarsi pienamente alle pertinenti norme dell’UE. L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Vedi la decisione

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